un pò di storia 3

3.9) La situazione non può durare a lungo. La NCO diventa troppo potente e gli omicidi si moltiplicano, creando un clima di sflducia e di tensione. Per difendersi meglio, e per meglio attaccare, i capi delle organizzazioni anticutoliane si federano, nel triennio 1979-1981, dandosi un nome, Nuova Famiglia, che rivela le connessioni con Cosa Nostra. Vengono stabiliti riti di iniziazione, codici di comportamento, regole di solidarietà. E’ copiata, in pratica, l’organizzazione di Cutolo, ma restano le differenze e le diffidenze tra i vari gruppi, in particolare tra Nuvoletta e Bardellino. Perché la federazione possa avere un minimo di solidità, le bande che ne fanno parte si dividono meticolosamente il territorio e gli affari che vi si svolgono. La costituzione della NF incrementa la guerra con i cutoliani; la violenza dilaga, creando tensioni, esponendo tutti i gruppi alle indagini della polizia, limitando la possibilità di compiere “affari”.  Per cercare un’intesa, i principali gruppi campani nel 1981 tengono alcune riunioni a Vallesana, in una tenuta dei Bardellino. Cutolo non può essere presente perché dopo l’evasione è stato arrestato. Ma lo rappresentano il fratello Pasquale, Vincenzo Casillo, suo braccio destro, ed altri dirigenti dell’organizzazione. La controparte è costituita da Bardellino, Alfieri, Galasso. Nuvoletta è l’ospite e cerca di svolgere una funzione di arbitro. Mentre si tengono alcune delle riunioni, Riina, Provenzano e Bagarella, sono ospitati in un edificio separato. Nel corso delle discussioni le fasi di tensione erano inevitabili e per sedarle si ricorreva ai corleonesi:“Durante queste…tensioni ci siamo accorti io e qualche altro mio amico che Lorenzo Nuvoletta, Michele Zaza e qualche altro partecipante a queste riunioni chiedevano il permesso di allontanarsi un momento e ritornavano dopo mezz’ora, un’ora portando nuove notizie. A volte Lorenzo Nuvoletta diceva come bisognava fare…; silenziosamente vedevamo che anche i componenti cutoliani assimilavano quello che diceva Nuvoletta…” (5l). Così riferisce Pasquale Galasso alla Commissione. A volte erano in più di cento persone, aggiunge, e ciascuno si recava a Marano con la propria macchina. Nuvoletta aveva garantito che, per effetto delle protezioni di cui godeva, nessuno li avrebbe disturbati. Accade che un centinaio di macchine, parcheggiate nella tenuta di un famiglia camorristica, a tutti nota, non attirano l’attenzione di nessuno degli organi preposti alla sicurezza dei cittadini. 3.10) Ma le riunioni non danno nessun esito, anche perché, secondo Galasso, Nuvoletta fa il doppio gioco. Vuole porsi come arbitro della controversia per acquisire autorevolezza, vuole stare dalla parte degli avversari di Cutolo, che tiene un comportamento eccessivamente espansionista, ma non vuole manifestare palesemente avversita’ a Cutolo, che e’ ancora potente. Percio’ non si agita troppo. Il comportamento e’ quello tipico dei corleonesi quando c’e’ uno scontro: fingere di parteggiare per uno dei contendenti, guardare come vanno le cose e poi schierarsi dalla parte di chi vince agevolandone il successo. Gli omicidi eccellenti si succedono gli uni agli altri. I fratelli di Alfieri e Galasso sono uccisi dalle bande di Cutolo. Uomini di Cutolo cadono sotto i colpi dei clan avversi.  Il 1982 è l’anno in cui si registra il maggior numero di omicidi in Campania, 284, segno della permanente instabilità delle relazioni tra gruppi camorristici. Ed è proprio a partire dal 1982, che comincia il declino di Cutolo e l’ascesa di Alfieri.  Vari fattori concorrono all’ indebolimento della NCO: la macchina organizzativa è troppo complessa, ha bisogno di troppe risorse e Cutolo, che ha vietato ai suoi uomini di far traffico di eroina, sostanza che danneggia in particolare quel sottoproletariato al quale egli si rivolge, ma che produce grandi ricchezze, è in difficoltà. La sua violenza ed il numero crescente di omicidi “punitivi” interni cominciano a creare i primi “pentimenti”. Le indagini giudiziarie, conseguentemente, fanno i primi passi: la polizia entra nel “sacrario” di Cutolo, il castello di Ottaviano, e arresta molti suoi affiliati di rilievo. Ma i fattori determinanti della crisi di Cutolo e della vittoria di Alfieri, come si vedrà, sono tutti collegati al sequestro di Ciro Cirillo e alle trattative per la sua liberazione (52). 3.11) Dopo la sconfitta della NCO esplode la guerra tra i clan vincenti. Le ragioni sono diverse: accaparramento delle attività illecite, lotta per la supremazia camorristica, sfiducia reciproca, ricadute in Campania della guerra di mafia che è in corso in Sicilia tra il gruppo dei corleonesi (Liggio, Riina) e quello dei palermitani (Badalamenti, Buscetta). Anche in questa fase sono riconoscibili i connotati della camorra: individualismo, sfiducia reciproca, aggressività, violenza e influenza di Cosa Nostra. La svolta è costituita dalla strage di Torre Annunziata. All’epoca i clan Nuvoletta e Gionta sono alleati e fronteggiano lo schieramento opposto costituito da Bardellino, Alfieri e Fabbrocino. La contrapposizione è un’ulteriore conferma dei rapporti tra Cosa Nostra e la camorra; essa riproduce infatti quella che è in corso a Palermo tra le famiglie dei corleonesi, alle quali sono legati Nuvoletta e Gionta e quelle di BadalamentiBuscetta, ai quali invece è legato Bardellino, che e’ alleato ad Alfieri e a Galasso. Il 26 agosto 1984 un commando composto da almeno 14 persone arriva nella città a bordo di un pullman e di due auto; i mezzi si fermano davanti al “Circolo del pescatore”. E’ domenica mattina e, come al solito, nei locali e davanti al circolo sostano numerosi aderenti al clan di Valentino Gionta. Il gruppo scende dal pullman e dalle auto, apre il fuoco, uccide sette persone appartenenti al clan Gionta e ne ferisce altre sette. La strage era stata preceduta da numerosi omicidi realizzati da ciascuno dei gruppi in danno dell’altro. Il piu’ clamoroso aveva colpito Ciro Nuvoletta, il 10 giugno 1984, nella sua tenuta di Vallesana, dove, tre anni prima, si erano tenuti i vertici per la pacificazione tra NF e NCO. Un gruppo di uomini armati appartenenti ai clan AlfieriGalassoBardellino era entrato nella tenuta sparando all’impazzata ed aveva ucciso il piu’ spietato dei tre fratelli Nuvoletta. La strage è evitata perche’ tutti gli altri occupanti della tenuta fra i quali c’e’ Gionta con alcuni suoi uomini, riescono a fuggire. L’ omicidio, a sua volta, era stato preceduto dall’arresto in Spagna di Bardellino, il quale riteneva di essere stato tradito da un appartenente al clan Nuvoletta. La strage ferisce gravemente il prestigio del clan NuvolettaGionta. Entrare nella città di Gionta cosi’ numerosi, arrivare davanti al suo circolo, sparare sui presenti tra la folla, ripartire indenni significava: ledere il prestigio del boss della città, mostrarlo inidoneo a difendere sè stesso e i cittadini, segnalare la presenza di un fortissimo gruppo avversario, mettere in crisi i grandi affari di Gionta che si svolgevano nel campo del contrabbando di tabacchi, del traffico di cocaina, nell’edilizia, nei mercati del pesce, delle carni e dei fiori. 3.12) Negli anni successivi alla strage di Torre Annunziata emerge progressivamente il clan Alfieri, che diventa via via più potente, eliminando i superstiti frammenti della NCO e scatenando una lotta sempre più feroce contro il clan Nuvoletta ed i suoi alleati. Tra il 1984 e il 1989 questa organizzazione, che operava tradizionalmente a Nola, si espande, nella provincia di Napoli, in diverse direzioni verso Pomigliano d’Arco, verso l’agro nocerino-sarnese, verso la fascia costiera tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia e verso l’area vesuviana nei comuni di Somma Vesuviana, S.Anastasia e Volla(53). Questa espansione territoriale corrisponde alla costruzione di nuove alleanze: oltre che con i Galasso di Poggiomarino, con gli Anastasio di Santa Anastasia, con i Moccia di Afragola, con il clan Vangone-Limelli di Torre Annunziata e con personaggi di spicco quali Ferdinando Cesarano e Luigi Muollo di Castellammare di Stabia, Biagio Cava di Quindici, Ciro D’Auria di S. Antonio Abate e Angelo Lisciano di Bosco Reale.


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